R E C E NS I O N I                           Quelle storie della vecchia Italia                                                                                          

Le storie di Elisa, di Anna, di Claudia e di Ambra

Nell’Ottocento furoreggiava il romanzo. Oggi la fiction tv. Un successo travolgente sull’onda delle emozioni mediatiche

     Lucia Gangale

 

    La prima è stata Elisa di Rivombrosa. La storia della povera e bella domestica di cui si innamora il conte Fabrizio Ristori, sullo sfondo del Piemonte settecentesco, con annessi intrighi di potere contro il sovrano regnante, hanno conquistato il cuore degli italiani. Ogni puntata catturava qualcosa come dieci milioni di telespettatori. Il successo è stato così travolgente che alla fiction è seguito un album con la storia di Elisa. Critici televisivi ed osservatori hanno dato delle spiegazioni a tanto successo, inaspettato anche da parte degli stessi autori e degli attori. Hanno detto che la scelta dei costumi d’epoca si è rivelata indovinata: la gente ha voglia di trasferirsi mentalmente in un’epoca ormai tramontata, dove l’onore, la cavalleria, la gentilezza valevano ancora qualcosa. Naturalmente il racconto del grande amore, quello per il quale si è disposti a tutto, ma proprio tutto, ha fatto il resto.

    Il contrasto con la prosaicità dei tempi attuali è evidente. La gente ha voglia di sognare, si identifica con le sventure della bella Elisa e del suo nobile cavaliere, trova nell’ amore puro e disinteressato la lotta alle convenzioni e l’arma di riscatto sociale.

 

 
  La palazzina di caccia Stupinigi, residenza sabaudia, dove è stata ambientata parte della fiction tv "Elisa di Rivombrosa".

I due interpreti: Vittoria

Puccini e Alessandro Preziosi.

    

    Sono seguite poi altre tre fiction, "Orgoglio" ed "Amanti e segreti", trasmesse dalla Rai, e "Le stagioni del cuore" prodotto da Mediaset. Mentre è in atto il duello mediatico (le fiction vengono trasmesse nelle stesse settimane), la gente ha la possibilità di sognare ancora. Il successo della fiction eguaglia quello dei romanzi dell’Ottocento. Del resto ogni epoca ha le sue mode, com’è risaputo. Non solo è dato di assistere a storie d’amore grandi e travagliate, ma è anche possibile conoscere il paesaggio italiano tra l’Ottocento e il Novecento. In "Orgoglio" ad affascinare è la serie di intrighi e maneggi e l’amore tra la contessa Anna Orbrofari (Elena Sofia Ricci) e Pietro Pirone, contadino che ha fatto fortuna in America. La Orbrofari è moglie infelice di un signorotto perfido e dispotico, Helmut Ludovici, implicato in maneggi economici, il quale tenta di insidiare le figlia che la Ludovici ha avuto dal suo amante contadino e che fa passare per sua sorella. Il matrimonio tra i due è stato combinato dalla famiglia di lei, per sfuggire l’onta di avere una nipote che fosse "figlia della colpa". Tra fughe preparate e svanite, incontri fugaci ed incomprensioni, interferenze della giovane e spregiudicata amante di Helmut per sedurre Piero, la contessa e il contadino alla fine si ritroveranno, per coronare il loro sogno d’amore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

    

        Ne "Le stagioni del cuore" Anna Valle è figlia di un imprenditore torinese e moglie ricca e annoiata di un giovane e promettente industriale (Alessandro Gassmann). La bella Claudia durante il matrimonio riprende la relazione interrotta con Gianni Casiraghi, figlio di un ex operaio del padre e suo primo amore, ma la storia finisce tragicamente. Il desiderio di emancipazione sarà alla fine colmato dall’apertura di una casa di moda, impresa messa su insieme ad una vecchia compagna di classe. Seguirà il fallimento dell’atelier e le prime ribellioni della figlia adolescente, divenuta la fidanzatina del figlio di Casiraghi. La storia si snoda fino agli anni Settanta.

    Non c’è dubbio che le ricostruzioni storiche, le auto d’epoca, i vestiti e le acconciature della vecchia Italia, il racconto di eventi minimi, racchiusi tra le mura domestiche della provincia italiana, giochino un ruolo fondamentale nel successo di questi prodotti televisivi. Insomma sembra che, al posto della telenovela brasiliana, prodotto spesso di scarsissima qualità, destinato ai palati meno esigenti, abbia preso piede il racconto in costume della nostra storia.

Intanto è partita la fiction nazional-popolare su Garibaldi, già annunciata in passato e strombazzata di nuovo di recente dalla tv.

 

        Amanti e segreti

 

In "Amanti e segreti", magistralmente interpretata da una splendida Monica Guerritore, lo scenario è quello di una ricca città del Nord Est d’Italia (Ferrara e la sua provincia) ed il tempo della rappresentazione è quello dei nostri giorni.

La ricca ed invidiata Ambra (interpretata dalla Guerritore) è l’amante del fidanzato di sua sorella, la quale compare nelle vesti di giovane avvocato che la difende in un processo in cui è accusata di avere fatto assassinare suo marito per vivere con il suo misterioso amante. In realtà il marito della donna è stato eliminato da un sicario inviato dai titolari di una ditta che ufficilamente produce energia servendosi della trasformazione di rifiuti, ma che in realtà vive sul traffico di rifiuti e scorie altamente tossici. Nella zona della fabbrica si verificano intanto diverse morti per colpa di una sindrome poco conosciuta. Le sfortunate vicende della donna, ben presto divenuta per tutti "la mantide", scuotono il torpore della pigra provincia emiliana. Ad appassionare il pubblico è stavolta un intreccio esplosivo: storie di amanti, segreti di famiglia, vuoti affettivi, avvocati corrotti, giornalisti d’assalto, il carcere femminile, la complicità che può nascere tra una ex prostituta ed una signora bene, accomunate dalla dura esperienza della reclusione e dall’esperienza della maternità, oltre che dagli errori con gli uomini, il ritrovarsi di due sorelle, divise dall’odio, la sete di guadagno che spinge ad efferate azioni di uomini senza scrupoli, oltre alla tensione drammatica che sottende tutto il racconto, formano un mix che, anche qui, ha appassionato milioni di spettatori, partecipi delle tragiche vicende della signora di Ferrara, in fervida attesa della scoperta di mille verità e dello scioglimento positivo della trama.

 

 

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